Andrea Raos (Tradate, 1968) ha scritto Discendere il fiume calmo, in Quinto quaderno italiano (Milano, Crocetti, 1996), Aspettami, dice. Poesie 1992-2002 (Roma, Pieraldo, 2003), Luna velata (Marsiglia, cipM – Les comptoirs de la nouvelle B.S., 2003), Le api migratori (Salerno, Oèdipus / Liquid, 2007), AAVV, Prosa in prosa (Firenze, Le Lettere, 2009), AAVV, La fisica delle cose. Dieci riscritture da Lucrezio (Roma, Giulio Perrone Editore, 2010), I cani dello Chott el-Jerid (Milano, Arcipelago, 2010) e Lettere nere (Milano, Effigie, 2013).
È presente nel volume ákusma. Forme della poesia contemporanea (Fossombrone, Metauro, 2000). Ha curato l’antologia Chijô no utagoe – Il coro temporaneo (Tokyo, Shichôsha, 2001).
Ha tradotto, tra gli altri, Fujiwara no Yoshitsune, Danielle Collobert e Jean-Jacques Viton.